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Ancora su Facebook, contenuti ed Edgerank

Continuo i ragionamenti iniziati qui circa l’aggiornamento di Edgerank (ed il relativo cambio di reach, visibilità, per i singoli contenuti) stimolato anche dal grafico riportato qui sotto e, in generale, dall’analisi svolta da Edgerank Checker.

Lascio da parte le questioni legate all’advertising (ovvero che queste novità spingano nella direzione di spendere di più): sposo gli investimenti su Facebook (quando funzionali all’obiettivo) perché oggi la possibilità di segmentare il messaggio vede la sua massima espressione proprio qui sul social network di Menlo Park.

Pongo piuttosto attenzione sull’aspetto che, dal mio punto di vista, giustifica riflessioni più approfondite, soprattutto se si è un’agenzia o un consulente che deve suggerire al cliente la soluzione più efficace per conseguire i suoi risultati: su che natura di contenuti concentrare le risorse.

Il grafico sopra riportato è molto esplicativo e benché faccia riferimento ad una base statistica relativamente povera (tante pagine, tantissimi post, ma solo due mesi) lo trovo di valore perché i dati espressi sono relativi (%) e quindi mi consente di abbozzare una sorta di previsione, mi consente di espormi in una sorta di “scommessa”.

Riscrivo i dati disponibili nell’istogramma in questa tabella:

Reach Media per Contenuto su Facebook

Di seguito le valutazioni più qualitative che mi sento di esprimere:

  • in termini di efficacia (nell’ottica di aumentare il più possibile la reach) è stato dato più peso agli status a discapito dei video;
  • gli status rappresentano l’unica natura di contenuto ad aver registrato un incremento in termini di reach media facendo il confronto tra ottobre e novembre 2012;
  • focalizzandomi sui “Δ” della reach tra i due mesi oggetto dell’analisi e facendo tesoro anche del fatto che i link sono quelli che hanno subìto il “taglio” minore, immaginandomi i mesi a venire, personalmente scommetterei su questa natura di contenuto.

In generale, immaginandomi la “torta editoriale tipo” prima dell’aggiornamento di Edgerank, probabilmente oggi suggerirei di intervenire così:

  • considerare un maggior numero di status update semplici (plain);
  • selezionare con più rigidità i link di alta qualità da condividere;
  • dedicare sempre più risorse al copywriting nell’ottica di rendere persuasiva la comunicazione ed il messaggio per massimizzare il grado di coinvolgimento.

Che ne pensate? Vi ritrovate con queste riflessioni?

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Commenti

  1. Ciao Marco, ho letto gli ultimi tuoi post sull’argomento!
    In generale mi sembra di capire che negli ultimi mesi il concetto di condivisione su FB si e’ completamente ribaltato.
    Tutti sostenevano di condividere foto e video, ora di fatto si torna al testo semplice (e ai link).
    Secondo te tutto questo cambiamento e’ dovuto solo al fatto che FB vuole aumentare la propria fetta di mercato sul mobile?
    Perche ritornando a quanto detto sopra, se prima si prediligeva condividere foto e video, il motivo era che gli utenti era piu attratti da certi contenuti.

    Rispondi
    • Ciao Alessandro,

      innanzitutto grazie per il commento e per aver letto i nostri post. :)

      Effettivamente negli ultimi mesi le cose in Facebook sono cambiate diverse volte.
      Il cambiamento più “grande” ma al contempo silente è proprio quello che descrivevo nell’articolo: un aggiornamento dell’Edgerank che oggi favorisce altri tipi di contenuti in termini di reach; onestamente non me la sento ancora di arrivare alla conclusione per cui “ora di fatto si torna al testo semplice (e ai link)”, sicuramente nella “torta” editoriale tornerò a dare spazio anche a questi status update per variare maggiormente e seguire questi aggiornamenti all’algoritmo.

      Circa le motivazioni di questo nuovo trend ti confermo il mio punto di vista: credo che il mobile (a livello strategico per Facebook stesso) abbia un grosso peso in queste decisioni.

      In merito, invece, al fatto che l’utente è più attratto da contenuti che oggi Facebook sembra premiare meno, purtroppo conferma una posizione, non troppo sbandierata, per cui l’utente e la sua esperienza, a livello di priorità, vengono dopo (ricordi la prima versione dell’app mobile, le disattenzioni di traduzione, le libertà a livello di usabilità che si sono presi, l’interfaccia non così troppo “friendly”?); penso che il primo obiettivo, comprensibilissimo, sia monetizzare.

      Nel mio primo commento a questo post (http://mocainteractive.com/blog/facebook-analisi-dei-contenuti-ora/) discutevo con Alessandro Binello proprio circa questo connubio tra mobile, advertising e user experience.
      Tu che ne pensi?

      Rispondi
  2. Avete perfettamente ragione (ho appena riletto i vostri commenti sul tuo precedente post); sarà o meno l’entrate in borsa di FB, ma è lampante la ricerca spasmodica nel monetizzare il più possibile la vera ricchezza di FB, ossia gli utenti stessi.
    Secondo me però questo cambio di rotta è troppo vistoso, nel senso molti se ne stanno accorgendo e in parte non se sono molto felici.
    Non ci sarà mica la possibilità che gli utenti si stufino di FB?
    Su twitter già giravano voci su una possibile debacle di FB; sarà, io penso che gli interessi alla fine vincono sempre, e quindi che ci piaccia o meno dovremmo assimilare anche questi nuovi cambiamenti.
    Anche perchè, visto i rumours su un possibile acquisto di What’s app, FB non ha la minima intenzione di farsi da parte, ma anzi mostra sempre più i denti.

    Rispondi
  3. Il futuro di Facebook è una bella argomentazione. :)
    Penso che gli early adopter, forse gli unici che si stanno accorgendo della virata dell’azienda, stiano effettivamente iniziando ad esprimere malumori.
    Però non rappresentano la massa critica anche se, teoricamente, potrebbero essere in grado di influenzarla.

    Ad ogni modo non sposo l’atteggiamento di Facebook: mi dà la sensazione di non porre eccessive attenzioni nei confronti dell’utente (il suo bene più prezioso).

    Credo che, come tutte le cose, anche Facebook ha/avrà un ciclo di vita; ma siamo anche noi addetti ai lavori che lo stiamo allungando per sfruttare le potenzialità (in cui credo davvero) in termini di advertising per le aziende che stiamo supportando.

    Rispondi

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