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Social Magazine: quali sono i vantaggi per le aziende?

Il 2011 si è chiuso con alcune importanti novità per quello che concerne il segmento dei social magazine.

  • Flipboard (http://flipboard.com/) ha rilasciato la versione per iPhone, oltre che un aggiornamento della “storica” versione per iPad;
  • Zite (http://zite.com/), anch’esso ha pubblicato una versione aggiornata delle sue applicazioni per iPhone, iPad ed Android;
  • Pulse (http://www.pulse.me/), ha esteso la propria disponibilità su altre piattaforme;
  • Google ha lanciato Google Currents (http://www.google.com/producer/currents), per acquisire delle quote di mercato di questo interessante ed attuale segmento.

Facciamo un passo indietro: cosa sono i social magazine?

(per farla semplice) Si tratta di applicazioni che consentono di scegliere da quali fonti (siti web) aggiornarsi e che permettono di fruire dei relativi contenuti in un contesto estremamente simile a quello di una rivista, di un magazine. La novità sta proprio nell’esperienza utente (estremamente curata nel caso di Flipboard), perché a livello contenutistico non c’è una differenza troppo netta da un classico aggregatore come può essere il buon Google Reader.

L’attenzione si è spostata dal contenuto alla presentazione dello stesso considerando, naturalmente, tutte le funzionalità più attuali degli strumenti con stampo social: la condivisione e la possibilità di discutere del contenuto direttamente dall’applicazione.

Quest’ultima affermazione, a dir la verità, mi consente di introdurre il dettaglio che, essenzialmente, permette di distinguere Flipboard da Zite.

Il primo, nella fase di set up, chiede di identificare da quali fonti pescare i contenuti che ci consentiranno di rimanere aggiornati; si tratta quindi di una maniera diversa di leggere i post dei Mashable e TechCrunch di turno. Il contenuto, per tanto, è il medesimo ma è stata rivoluzionata la fruizione dello stesso.

Zite, invece, si distingue perché non ha abbandonato del tutto l’idea di poter contribuire in parte anche al contenuto che sottende la notizia; in questo caso infatti, nella fase di set up dell’applicazione, vengono semplicemente selezionate le categorie di interesse per le quali si desidera rimanere aggiornati, poi le singole fonti che definiscono la categoria le sceglie in autonomia il sistema. Inoltre l’algoritmo che determina il nostro personale flusso di notizie “impara” dai nostri gusti grazie alle preferenze che possiamo esprimere in relazione al singolo articolo (like/dislike).

La mia personale conclusione, quindi, è che Flipboard mi consente di leggere in maniera agile le mie “solite” fonti, mentre Zite mi mette nelle condizioni di scoprire i contenuti top, di una categoria, a prescindere dal fatto che io conosca o meno la fonte. La mia preferenza, considerato il tempo dedicatoci, cade senza ombra di dubbio sulla seconda.

Google Currents, da poco disponibile anche in Italia, e Pulse, di fatto hanno replicato il meccanismo di Flipboard concentrandosi maggiormente sull’esperienza utente più che sul contenuto (indicato in fase di set up dall’utente).

Questo trend dei social magazine è, ovviamente, utente centrico: sono servizi/prodotti che “migliorano la vita” dell’utente, che la rendono più semplice per quello che concerne la fase di aggiornamento. Anche la selezione dei contenuti, che sia attraverso l’individuazione della fonte piuttosto che della categoria di interesse, passa per l’utente.

Insomma, le aziende hanno pochi ambiti di movimento.
Se escludo le possibilità, personalmente non ancora esplorate, di investire del budget per rientrare tra le fonti suggerite (featured)(cercate la voce “Publishers” nei pie’ di pagina dei siti di cui sopra) o per acquistare degli spazi pubblicitari in aree strategiche delle applicazioni, i brand e le aziende possono solo prendere atto di questo trend e comportarsi di conseguenza nel senso di:

  • investire sempre di più nei contenuti (in termini qualitativi e quantitativi inteso come frequenza di pubblicazione, quindi anche real time);
  • considerare la cross-medialità: il desktop è solo uno dei tanti segmenti oggi disponibili;
  • considerare in maniera imprescindibile il contesto del mobile.

E considerare una presenza ufficiale in quest’ultimo ambito: il fenomeno dei social magazine favorirà l’avvicinamento degli utenti a dispositivi come smartphone e tablet spostando quindi il volume del loro tempo investito dal desktop sempre di più verso il mobile.

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Commenti

  1. Caro Marco,
    personalmente credo che le aziende debbano esser spinte in questa direzione, debbano esser sensibilizzate che il mobile nei prossimi 10 anni prenderà il posto del fisso, per cui senza alcun dubbio dovranno esser presi in considerazione un punto fra tutti, la geolocalizzazione. Le aziende credono ancora poco sulla distribuzione su mobile, ho visto degli special su 4sq dove al mayor veniva regalato una mappa su carta della città… e parlo di un ufficio delle relazioni con il pubblico di una città, insomma in questo esempio puoi vedere che qualcuno spinge un ufficio relazioni a fare qualcosa per il “mobile” ma allo stesso modo vedi come sia sottovalorizzata la cosa… Purtroppo il fai da te è sempre dietro l’angolo, come quelli che scaricano Photoshop e si improvvisano grafici professionisti.

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