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Ottimizzare i contenuti per la conversione con SEO e CRO

A fronte di una ricerca su Google, credo che trovare velocemente la risposta sia una grande vittoria per tutti:

  • per l’utente che nella frenesia quotidiana ha sempre meno tempo da dedicare alla navigazione utilizzando soprattutto dispositivi mobile
  • per il motore di ricerca che ha assolto al meglio alla sua ragion d’essere
  • e per chi effettivamente è l’autore della pagina di destinazione che è stato in grado di rispondere con efficacia all’esigenza dell’utente

Il compito dell’ottimizzazione SEO è proprio questo in fin dei conti: posizionare il sito web il più in alto possibile all’interno dei risultati di ricerca, sulla base di un’attenta analisi delle parole chiave utilizzate dalle persone per trovare le risposte alle proprie esigenze, che dovranno caratterizzare i contenuti presenti all’interno del sito stesso.

Ma nel 2016 possiamo ancora parlare di SEO connessa esclusivamente alle parole chiave?
La risposta è no.
In fondo se ne parla fin dal 1999, sono passati tanti anni, è “roba vecchia”!

Per nulla vecchia, anzi, oggi si parla molto di CRO (ottimizzazione delle conversioni); oggigiorno, dedicare parte degli investimenti online in questa direzione è indispensabile, perché è l’unico modo per migliorare e supportare le prestazioni del sito a parità di investimenti pubblicitari.

La CRO infatti si propone di:

  • conoscere le esigenze dei visitatori del sito
  • individuare i punti critici del flusso di conversione
  • migliorare le performance e l’efficacia del sito web e delle sue conversioni

Anche la SEO però ha come obiettivo ultimo la conversione – in generale tutte le attività di promozione condividono tale aspetto – raggiunta attraverso l’acquisizione di traffico dai motori di ricerca. Questi ultimi negli anni si sono evoluti, passando da un approccio meccanico focalizzato sulle parole chiave, ad un approccio di analisi più simile all’uomo, facendo del comportamento delle persone un fattore di posizionamento. La SEO di conseguenza ha dovuto fare un passo in avanti rispetto alle metodologie che l’hanno contraddistinta fin dalle origini.

SEO e CRO, nonostante la differenza di età, si propongono di raggiungere lo stesso obiettivo, ma ognuna di loro ha dei compiti ben precisi in momenti diversi del percorso di navigazione, e l’una ha bisogno dell’altra per poter ottenere risultati ottimali.

La SEO ha bisogno della CRO

L’obiettivo dell’ottimizzazione per i motori di ricerca è quello di portare traffico qualificato al sito web, cercando di proporre il sito stesso il più in alto possibile sulle pagine dei risultati.

Per fare questo è necessario individuare il pubblico a cui ci si vuole rivolgere, per capire le sue modalità ed abitudini di ricerca, prima di creare il contenuto da presentare attraverso lo snippet, il risultato di ricerca formato da titolo, URL e descrizione della pagina alla quale esso rimanda.

La SEO ha il compito di portare traffico qualificato al sito web

Oggi quindi non si parla più di parole chiave in senso stretto, da inserire all’interno dei contenuti del sito web, ma di intento di ricerca delle persone, un’analisi che va oltre il semplice elenco di termini di ricerca in ordine dalla più ricercata alla meno ricercata.
A tal proposito il mio collega Stefano ha scritto un articolo che ben analizza l’aspetto delle intenzioni di ricerca (qui riporto il link se vuoi darci una letta), offrendo interessanti spunti sull’analisi dei bisogni delle persone nel momento in cui digitano le parole sulla barra di ricerca.

Il lavoro della SEO quindi si concentra sulla prima fase del percorso dell’utente, che parte dall’esigenza e continua nella ricerca sul motore. Una volta che le persone scelgono di cliccare sul risultato di ricerca che ritengono più opportuno, sarà compito del contenuto convincerle che hanno fatto la scelta giusta.

Capita però che le persone non trovino la risposta alla loro esigenza nella pagina dove sono atterrate, decidendo così di abbandonare il sito a volte dopo pochi istanti di permanenza, senza proseguire nella navigazione.

Ed è qui che entra in gioco la CRO, che dovrà aiutare la SEO nella risoluzione di questo tipo di problematiche, analizzando il sito e comprendendone le lacune a livello contenutistico e di impostazione grafica, per poi proporre delle soluzioni affinché le persone non lo abbandonino in breve tempo. In questo modo si cerca di ridurre la frequenza di rimbalzo, ossia la percentuale di persone che accedono ad una pagina del sito e la abbandonano senza proseguire nella consultazione delle altre pagine.

La CRO ha bisogno della SEO

E’ possibile comprendere se effettivamente il sito web in questione è efficace immaginando di diventare i potenziali clienti che si approcciano al sito e ponendosi alcune domande:

  • è semplice da navigare?
  • vengono usate semplici frasi call-to-action (frasi che spingono a compiere una determinata azione)?
  • il sito contiene un processo di conversione semplice che consenta all’utente di raggiungere l’obiettivo finale?
  • le pagine web del sito si caricano velocemente? Il sito è configurato per i dispositivi mobile?
  • il sito ha contenuti di valore, che si incrociano con i bisogni dell’utente?

In questo senso quindi diventa utile realizzare una serie di test che mirino a comprendere la bontà di tutti questi aspetti all’interno del sito web, per capire che cosa si può migliorare a livello di esperienza utente ed usabilità e ridurre al minimo la frequenza di rimbalzo. Mi riferisco al fatto che il sito web sia configurato correttamente per essere consultato anche da dispositivo mobile, ma soprattutto che sia semplice da navigare, che consenta all’utente di trovare la risposta alla sua esigenza ed arrivare alla conversione il più velocemente possibile.

Affinché la CRO possa assolvere al meglio al proprio compito però, è necessario che vi sia una sovrapposizione totale fra contenuto della pagina e intento di ricerca. Ecco che le operazioni di ricerca delle parole chiave effettuate dalla SEO diventa di nuovo il punto focale di ogni operazione di ottimizzazione, che sia per i motori o per le persone stesse. L’ottimizzazione del contenuto, del layout grafico, della disposizione degli elementi all’interno del sito o della pagina web in senso stretto sono senza dubbio componenti molto importanti per poter realizzare un buon lavoro, ma prima di tutto è necessario analizzare attentamente che cosa e come cercano le persone nei motori di ricerca, per poi dare la giusta risposta alla loro esigenza.

Conclusioni

Google, nelle sue linee guida per i webmaster, afferma che è necessario produrre contenuti prima di tutto per gli utenti e non esclusivamente per i motori di ricerca. Il lavoro che SEO e CRO svolgono congiuntamente mira a realizzare contenuti che rispondano alle esigenze delle persone aiutandosi a vicenda:

  • la SEO si propone di dar loro visibilità, portando traffico qualificato al sito web
  • la CRO ambisce ad ottimizzare il flusso di navigazione al loro interno per giungere alla conversione nel modo più semplice e veloce possibile
La CRO e la SEO lavorano insieme, completandosi a vicenda

Alla fine l’obiettivo comune è proprio quello di rispondere alle esigenze delle persone, farlo nella maniera più veloce possibile è il top!

E tu? Il tuo sito, oltre ad essere ben posizionato su Google, riesce a catturare l’attenzione degli utenti e ad accompagnarli all’obiettivo finale? Mi piacerebbe sapere la tua opinione in merito :) Lascia pure un commento qui in basso!

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