Qualche tempo fa, in questo post, abbiamo individuato delle metriche utili da considerare per poter analizzare una fan page di Facebook.
Gli indicatori che avevo suggerito hanno un duplice scopo: costituiscono un paradigma efficace attraverso cui analizzare nel dettaglio i profili dei nostri competitor, e in secondo luogo ci danno la possibilità di formulare delle KPI: indicatori di performance da monitorare nel tempo e con cui verificare lo sviluppo di una strategia di social media marketing.
Oggi cerchiamo di fare lo stesso tipo di ragionamento, applicandolo a Twitter. Molte aziende decidono infatti di cominciare a presidiare questo strumento che, da ecosistema di nicchia, sta diventando sempre più popolare anche nel nostro Paese.
1) Audience
I due numeri che prima saltano all’occhio sono quelli relativi al conteggio di following e follower: gli utenti di cui abbiamo deciso di seguire i “cinguettii”, e quelli che invece hanno deciso di farlo con noi. Ciò che non bisogna fare, in questo caso, è fermarsi al mero valore assoluto. Che cosa possono comunicarci di utile questi numeri? È Il rapporto tra following e follower quello a cui dobbiamo prestare attenzione: più alto è questo rapporto, più l’autorevolezza del profilo cala. Molto spesso il follow viene considerato come un semplice scambio di “amicizia”: si ricambia il favore, gratificati del fatto che il contatore aumenta di un’unità, senza preoccuparci tanto di chi sia la persona con cui stiamo entrando in contatto. Se ci troviamo di fronte ad un profilo seguito da molte persone che, a sua volta, ne segue in proporzione molte meno, può essere un segnale che si tratta davvero di un profilo autorevole.
2) Frequenza di pubblicazione
Come per Facebook, la frequenza di pubblicazione dei post è un dato che dovremo aver cura di annotare nel nostro documento di analisi. Nel caso del profilo di un competitor, potremo avere una misura quantitativa concreta del loro modo di presidiare il social network. Nel caso si tratti di un nostro account invece, incrociando frequenza e orario di pubblicazione saremo in grado di capire come tarare al meglio l’uscita dei tweet, di modo da non sprecare contenuti che, per esser stati pubblicati in orari poco adatti, ricevono meno visualizzazioni di quelle che potenzialmente potrebbero avere.
3) Tipologia di tweet
L’analisi dei singoli tweet, divisi per tipologia, è uno dei dati più interessanti ma più impegnativi da raccogliere. In nostro soccorso c’è comunque un tool che automatizza questo processo. Si tratta di un servizio, reperibile su twtrland.com, che fornisce informazioni statistiche sulla natura dei singoli contenuti differenziandoli tra tweet semplici, replies, foto, link, mention e retweet. In questo modo, definita la nostra strategia di social media marketing, possiamo considerare il rapporto tra le varie tipologie di tweet come KPI per misurare la progressione del nostro lavoro.
4) Liste e Preferiti
L’utilizzo di liste e preferiti può anch’esso essere oggetto di una precisa strategia di marketing. Tra i tweet preferiti, ad esempio, un profilo “aziendale” potrebbe inserire una collezione di citazioni del brand (come noi), oppure segnalare quali, tra i propri tweet, hanno generato più “conversazione”. Per quanto riguarda le liste invece, un brand potrebbe decidere di segmentare la sua audience tra clienti, fan, fornitori, dipendenti etc., oppure potrebbe inserirvi gli account dedicati ai singoli prodotti e servizi che offre o, ancora, i profili dei vari paesi o città in cui è presente con una filiale. Dovremo aver cura di annotare tutte queste cose, insieme ad un ulteriore indicatore di autorevolezza quale la presenza in liste create da altri.
E voi, cosa monitorate quando vi capita di analizzare un profilo Twitter? Quali sono i dati che considerate più rilevanti?
Bell’articolo. Era ciò che cercavo: un paio di dritte per individuare un profilo twitter interessante.
Personalmente considero interessante da rilevare, oltre che la quantità, anche la qualità e i context dei following. Allo stesso modo analizzare la qualità e i context dei follower. In questo modo credo che si possa estrapolare non solo l’autorevolezza del profilo, ma anche la tipologia dei contenuti e la qualità che approssimativamente potrebbe divulgare nel futuro.
Ho notato infatti che se si effettuano analisi empiriche su dei valori numerici di un profilo sulla linea scadente (ad esempio un profilo di un estremista o di un adolescente molto immaturo leggasi bimbominchia) si avranno dei dati che rischiano di assegnare come autorevole un profilo nonostante tutto scadente.
Un’analisi sulla semantica dei contenuti potrebbe dare molti punti di interesse a profili inaspettati.
ciao
Bell’articolo. Era ciò che cercavo: un paio di dritte per individuare un profilo twitter interessante.
Personalmente considero interessante da rilevare, oltre che la quantità, anche la qualità e i context dei following. Allo stesso modo analizzare la qualità e i context dei follower. In questo modo credo che si possa estrapolare non solo l’autorevolezza del profilo, ma anche la tipologia dei contenuti e la qualità che approssimativamente potrebbe divulgare nel futuro.
Ho notato infatti che se si effettuano analisi empiriche su dei valori numerici di un profilo sulla linea scadente (ad esempio un profilo di un estremista o di un adolescente molto immaturo leggasi bimbominchia) si avranno dei dati che rischiano di assegnare come autorevole un profilo nonostante tutto scadente.
Un’analisi sulla semantica dei contenuti potrebbe dare molti punti di interesse a profili inaspettati.
ciao
Ciao Alessandro,
grazie per il tuo feedback! Concordo con te quando dici che un’analisi sui veri valori numerici possa restituire risultati fuorvianti; occorre aggiungere però che rilevare la “qualità” di un profilo basandosi sui singoli contenuti dei tweet non è impresa facile. Ad esempio, come riusciamo a definire delle metriche per cui un contenuto è qualitativamente valido oppure no? Se ragioniamo sulla semantica, un tweet potrebbe essere rilevante per me, ma non per un’altra persona. L’obiettivo primario a mio parere dovrebbe essere quello di costruire un paradigma di analisi che possa essere applicato a più profili possibili, e (purtroppo) ciò mi sembra possibile fermandosi solo ai meri dati empirici. Che ne pensi?
Ciao Alessandro,
grazie per il tuo feedback! Concordo con te quando dici che un’analisi sui veri valori numerici possa restituire risultati fuorvianti; occorre aggiungere però che rilevare la “qualità” di un profilo basandosi sui singoli contenuti dei tweet non è impresa facile. Ad esempio, come riusciamo a definire delle metriche per cui un contenuto è qualitativamente valido oppure no? Se ragioniamo sulla semantica, un tweet potrebbe essere rilevante per me, ma non per un’altra persona. L’obiettivo primario a mio parere dovrebbe essere quello di costruire un paradigma di analisi che possa essere applicato a più profili possibili, e (purtroppo) ciò mi sembra possibile fermandosi solo ai meri dati empirici. Che ne pensi?