È notizia piuttosto recente (febbraio 2021) che per la prima volta in Italia, nel 2020 gli investimenti pubblicitari nel digital hanno superato quelli televisivi (qui la notizia).
I dati mostrano che il trasferimento degli investimenti dalla pubblicità tradizionale (non solo TV) a quella online, è un percorso iniziato ben prima del 2020. Le stime prevedono un “pareggio” nel 2021, per poi passare ad un crescente vantaggio dell’online.
In Europa invece il sorpasso è già avvenuto:
Quali sono le ragioni che si celano dietro queste scelte?
Per il 2020 i fattori che hanno condizionato il cambio di strategia sono in parte dettati dalla particolarità del momento. Basti pensare a tutte le fiere che sono state annullate (e ai relativi budget da riallocare all’ultimo momento), al minor transito di persone su strada (e quindi davanti ai cartelloni pubblicitari), al calo di lettori di riviste e quotidiani.
Se guardiamo le statistiche sulla popolazione italiana raggiungibile con i vari media, è tutto subito molto più chiaro.
Crescono le persone che accedono ad internet e ancor di più aumentano i fruitori di social network e digital radio.
Lentamente ma con costanza, calano invece gli spettatori televisivi. Più drastico invece il crollo dei lettori della carta stampata, dal 2020.
Diminuiscono i telespettatori, crescono i fruitori di social network e digital radio
Insomma, se le persone che vogliono raggiungere cambiano abitudini e mezzi, le aziende si adeguano di conseguenza, spostando i loro messaggi sempre più verso l’online.
È davvero tutto qui? A mio avviso la spinta verso il digital risente anche di un bisogno di controllo, di garanzia dei risultati che difficilmente si può avere nei mezzi tradizionali.
Online ogni cosa è misurabile: puoi raggiungere il tuo potenziale cliente selezionandolo in modo chirurgico, in base ai suoi interessi, a siti (e luoghi) frequentati in precedenza, oltre che in base a dove si trova, quanti anni ha, che dispositivo sta utilizzando, eccetera.
Puoi misurare il ritorno sull’investimento e modificare la tua strategia di conseguenza.
Sembrerebbe una battaglia già vinta, vero?
Come spesso accade però, è proprio quando la competizione si fa sentire maggiormente che nascono le idee più innovative.
Ecco allora che si inizia a parlare, ad esempio, di “addressable tv“. L’addressable TV è un nuovo formato pubblicitario disponibile nelle smart TV, che permette di selezionare i destinatari dell’annuncio in base ai loro interessi e non solo in base al programma che stanno guardando.
Non è tutto qui: ci sono piattaforme che permettono di riprendere poi quelle stesse persone con annunci mobile (se lo smartphone è collegato ad internet tramite lo stesso IP della TV). Una sorta di retargeting da offline a online.
Altre piattaforme sfruttano il fenomeno del second screen (quello per cui durante la pubblicità in TV tendiamo ad usare il telefono o il tablet). È possibile infatti sincronizzare l’attivazione delle campagne digital con la messa in onda dello spot televisivo. Insomma se il consumatore non presta attenzione a noi da una parte, lo farà dall’altra.
Lo so, probabilmente starai pensando di spegnere TV, telefono, PC e trasferirti su un’isola deserta. Comprensibile.
Se sei però tra quelle persone che si trovano a dover prendere decisioni sugli investimenti pubblicitari aziendali, forse apprezzerai la possibilità di mediare tra la copertura offerta dalla TV e la profilazione possibile con il digitale.
Personalmente sono affascinata da questi nuovi scenari che si stanno definendo (anche se, lo ammetto, qualche volta mi isolerei volentieri anch’io :p ).
E tu che ne pensi? Se l’argomento ti interessa, continua a seguirci, ne parleremo ancora… ;)
P.S. Le statistiche che menziono nell’articolo provengono da Statista.com.
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