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Fare pubblicità su Twitter. In Italia ed in autonomia

Ieri, 4/9/2014, è stata comunicata una novità che molti tra gli addetti al settore stavano aspettando da tempo: Twitter ha reso disponibile in Italia la piattaforma in self-service per pianificare e gestire in autonomia campagne di advertising online.

In autonomia e senza vincoli di spesa, infatti la pubblicità su Twitter era già disponibile per gli advertiser italiani (da maggio 2014) solo che era richiesto un budget minimo di spesa mensile pari a 5.000,00€ (cifra che, effettivamente, ha generato una certa distanza tra le PMI italiane e la piattaforma di microblogging).

Come funziona la Pubblicità su Twitter?

Per chi ha un po’ di confidenza con le piattaforme di advertising online associate ai social network (Facebook Ads, LinkedIn Ads, Pinterest Ads), realizzerà che, a livello di logica e strumentazione, non ci sono grosse novità. Naturalmente non è ancora comparabile con strumenti come Google Ads, anche se qualche opzione di configurazione e segmentazione fa chiaramente intendere che un po’ Twitter ha preso ispirazione anche da lì.
Sintetizzando:

  1. si definisce un obiettivo; (follower, conversione, download/interazione con app, lead (leggasi: indirizzi email), conversazione sul social network);
  2. si configura la campagna (pubblico, area geografica, messaggio, durata, budget);
  3. si paga in funzione dell’obiettivo (es. pago solo per ogni download di app mobile generato);
  4. ottimizzo e ricomincio.

Funzionalità interessanti

Di seguito elenco alcuni aspetti interessanti che ho colto dalle prime navigate e che desideravo sottolineare:

  • per le campagne dedicate alle applicazioni mobile è prevista anche la possibilità di promuovere l’interazione con un’app (il suo utilizzo), non solo il download (che è un dato più quantitativo);
  • si può circoscrivere per device: desktop/mobile potendo specificare anche sistema operativo e classe del device (es. solo iPhone5S)(questa opzione nella versione beta non era disponibile);
  • esiste la possibilità di importare dei contatti esistenti (da CRM, piattaforma di email marketing (Twitter “parla” già con Mailchimp, per darvi un’idea), …) per creare un pubblico personalizzato di utenti Twitter ai quali mostrare, o non mostrare, l’annuncio pubblicitario;
  • è prevista la possibilità di segmentare per profili simili a specifici utenti Twitter (magari avete già individuato dei vostri follower particolarmente affezionati al vostro brand e vorreste riuscire ad intercettare profili simili);
  • nel caso di campagne di lead generation, il pulsante per la call to action è personalizzabile al 100%, ovvero non ci sono delle formule già impostate (es. “Iscriviti ora!”) bensì è disponibile un campo vuoto;
  • non c’è ancora troppa bibliografia, per l’Italia, in relazione ai costi: non vi preoccupate, è disponibile un’opzione per determinare un tetto massimo di spesa raggiunto il quale la campagna viene sospesa. Sulle stessa scia, nel caso di una campagna di lead generation, qualora l’utente dovesse interagire più volte, verrà addebitata solo la prima interazione;
  • è già prevista la possibilità di fare remarketing (per mezzo di un pixel da installare nel vostro sito web).

Twitter, tornando per un momento con la testa alla conversazione, che è l’aspetto principale di questo social network, resta comunque un ambiente difficile per le aziende.
In prima battuta per le sue caratteristiche “core”: il flusso di tweet è frenetico quindi il ciclo di vita di un messaggio è molto più corto se lo paragoniamo a Facebook, ad esempio; inoltre c’è fisicamente meno spazio e non è semplice ed immediato comunicare qualcosa di valore in massimo 140 caratteri.
Si tratta di una piattaforma più difficile anche per via del linguaggio e gli utenti sono sempre pronti a sottolineare eventuali errori o strafalcioni delle aziende (mai incrociato l’hashtag #fail?); tale aspetto si è amplificato quando alle aziende è stata messa a disposizione la pubblicità (leggasi, gli utenti si sono visti invadere ancora di più degli spazi da profili che, in molti casi, si sono quasi dimostrati estranei all’ambiente).
Per intercettare queste reazioni, è sufficiente incrociare un tweet sponsorizzato ed andare a leggere le repliche; spesso sono anche divertenti. :)

Quando fare Adv su Twitter?

Resta il fatto che ambire ad ottenere una maggiore visibilità su Twitter, soprattutto in certi casi, rappresenti una bella opportunità; ho provato (assieme ad Angela) ad elencare di seguito alcuni progetti o esempi pratici dove, effettivamente, un investimento di questo tipo potrebbe avere senso. Di seguito:

  •  l’azienda ha un’applicazione mobile che non rappresenta solo una vetrina ma, piuttosto, è un’utility per il consumatore finale; da qui la necessità di favorire non solo il download ma l’effettivo utilizzo. Twitter ha preparato un prodotto di advertising ad hoc
  • l’azienda è attiva sul tema della lead generation; proverei ad attivare una campagna su Twitter soprattutto per l’esperienza utente (davvero semplice: un solo tap) vissuta all’atto dell’adesione all’iniziativa
  • l’azienda fornisce prodotti o servizi che si prestano ad essere accostati ad un evento di una certa organizzazione e portata, le prossime Fashion Weeks di Milano piuttosto che il Sana di Bologna, meglio ancora se ripreso in televisione (affiancato ad attività pubblicitarie e di product placement) cavalcando l’onda del second screen;
  • l’offerta dell’azienda si accosta facilmente alle applicazioni maggiormente scaricate ed utilizzate dagli utenti (pensate a Runtastic piuttosto che a foursquare/Swarm); immaginate di vendere scarpe da corsa e di poter twittare ad utenti che hanno appena condiviso su Twitter il loro record registrato con Runtastic piuttosto che una rete retail in grado di tornare a parlare con l’utente che ha appena condiviso su Twitter il proprio check-in presso il negozio;
  • tra i propri asset di comunicazione l’azienda ha anche un testimonial, magari attivo su Twitter; poter sfruttare la conversazione che i fan avranno con il testimonial per esporre, anche su Twitter, il vostro messaggio pubblicitario;
  • alla stregua del punto precedente, ottenere visibilità anche “alle spalle” di un competitor (un po’ borderline, effettivamente). :)
  • Vi vengono in mente altri casi dove Twitter potrebbe essere considerato all’interno del marketing mix di una campagna di advertising online?

Come MOCA, poiché un paio di clienti sono stati super ricettivi ad una mail inviata ieri sera :) stiamo già pianificando delle campagne pubblicitarie su Twitter. Se anche voi ritenete interessante procedere in tal senso, noi un punto di vista lo diamo volentieri. :)

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