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La prima #colazionedamoca. Ecco com’è andata.

Questo sabato (7 dicembre 2013) si è svolta la prima #colazionedamoca.
Si è trattato di un esperimento ma, al contempo, anche di un’opportunità per aggiornarsi, assieme ad alcune aziende invitate, sul tema “Facebook advertising“.

Un po’ per provare questa nuova (per MOCA) forma di conversazione, un po’ perché volevamo invitare delle persone nel nostro ufficio (che ci piace tanto) ed un po’ perché Facebook, effettivamente, negli ultimi mesi ha rilasciato diverse novità per le quali sentivamo di doverci fermare e fare l’esercizio di unire i puntini.

Per raccontare al meglio “Colazione da MOCA” abbiamo realizzato lo Storify; prima dei commenti, trovate anche la presentazione che abbiamo visionato assieme alle aziende invitate.

Qui la presentazione

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Commenti

  1. Grandi ragazzi! Bravi perchè “scendete” in mezzo alla gente e fate partecipare le persone… Maestri di Digital & Human PR :-)

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  2. Grandi ragazzi! Bravi perchè “scendete” in mezzo alla gente e fate partecipare le persone… Maestri di Digital & Human PR :-)

    Rispondi
  3. complimenti, ben fatto, e con il cuore, come sempre.
    riguardo le facebook ads come persona di marketing sono stupito per la dinamicità di questo settore, come “consumatore” (termine terribile per un essere umano) sono orripilato e spaventato. la pubblicità diventa ogni giorno più invasiva, pervasiva, tracciante, ti scava dentro.

    Rispondi
    • Ciao Pierfrancesco,

      grazie per le belle parole! Davvero.

      Il duplice stato d’animo lo comprendiamo bene. :)
      Da agenzia, vediamo delle potenzialità (soprattutto in termini di targetizzazione) incredibili; lato utente, effettivamente, può suonare invadente.
      In questo secondo caso, però, siamo convinti lo stato d’animo “negativo” sia responsabilità anche dell’agenzia stessa che ha configurato il messaggio e la campagna. Quando parliamo di retargeting, effettivamente, l’utente lo descrive come “quella cosa che ti segue”, quindi lo percepisce in maniera non troppo positiva; però è vero, dall’altra parte, che l’agenzia può contenere tale effetto configurando opportunamente il tutto.
      Resta il fatto, ovviamente, che si tratta di pubblicità che, per conoscerti, un minimo deve aver scavato in quello che pubblichi.

      Una nota personale: poiché penso che un mondo senza pubblicità non esisterà mai, continuo comunque a vedere il buono dietro una migliore targetizzazione, ovvero il fatto che la pubblicità, finalmente, potrebbe anche essermi utile.

      Che ne pensi?

      (grazie per il contributo)

      Rispondi
  4. complimenti, ben fatto, e con il cuore, come sempre.
    riguardo le facebook ads come persona di marketing sono stupito per la dinamicità di questo settore, come “consumatore” (termine terribile per un essere umano) sono orripilato e spaventato. la pubblicità diventa ogni giorno più invasiva, pervasiva, tracciante, ti scava dentro.

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    • Ciao Pierfrancesco,

      grazie per le belle parole! Davvero.

      Il duplice stato d’animo lo comprendiamo bene. :)
      Da agenzia, vediamo delle potenzialità (soprattutto in termini di targetizzazione) incredibili; lato utente, effettivamente, può suonare invadente.
      In questo secondo caso, però, siamo convinti lo stato d’animo “negativo” sia responsabilità anche dell’agenzia stessa che ha configurato il messaggio e la campagna. Quando parliamo di retargeting, effettivamente, l’utente lo descrive come “quella cosa che ti segue”, quindi lo percepisce in maniera non troppo positiva; però è vero, dall’altra parte, che l’agenzia può contenere tale effetto configurando opportunamente il tutto.
      Resta il fatto, ovviamente, che si tratta di pubblicità che, per conoscerti, un minimo deve aver scavato in quello che pubblichi.

      Una nota personale: poiché penso che un mondo senza pubblicità non esisterà mai, continuo comunque a vedere il buono dietro una migliore targetizzazione, ovvero il fatto che la pubblicità, finalmente, potrebbe anche essermi utile.

      Che ne pensi?

      (grazie per il contributo)

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