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Social Media: come considerarli in una strategia di visibilità

Quando si studia una strategia di visibilità nei motori di ricerca per intercettare potenziali clienti, spesso si valuta di presenziare nei social media solo perché potrebbero rappresentare un fattore di ranking, cioè un elemento a favore del miglior posizionamento del proprio sito. Per fattore di ranking legato ai social, ci si riferisce ai famosi “Social Signals“: sembra che i motori di ricerca valutino l’autorevolezza di un sito anche attraverso il modo in cui è presente in questo canale, non solo in termini di quantità, ma anche di qualità. I Social Signals vengono annunciati da Google già nel 2010 (qui un video di Matt Cutts del 2010 che ne parla) e da allora sono entrati a far parte delle buone pratiche della SEO.

Inserire i social nella strategia SEO. Con i Social Signals migliora il ranking ma non solo

Tuttavia, vorrei rivedere per un attimo il concetto di social finalizzati alla SEO, condividendo delle riflessioni e un metodo che permette di capire come, quanto e perché considerarli all’interno della propria presenza digitale. Non vedeteli solo come un supporto a qualcosa di più grande (la visibilità in Google), ma considerateli come un’ulteriore opportunità di incontrare il vostro pubblico e di capire qualcosa in più su di esso, perché:

  • spesso i social sono usati essi stessi come dei motori di ricerca (tanto che Facebook sta testando un motore di ricerca interno per la propria app) ;
  • possono posizionarsi in Google per determinate aree semantiche e questo è indice del fatto che sono utili/graditi agli utenti (a tal proposito di recente Google e Twitter hanno riaperto il dialogo – qui un articolo che ne parla) ;
  • si tratta di piattaforme utilizzate da milioni di persone e che permettono di avere qualche dato in più sulla segmentazione (ad esempio Facebook).
Social e SEO: i social vengono usati come motori di ricerca quindi vanno presidiati.

Prima di tutto ho selezionato i principali social media (Facebook, Twitter, Google Plus, Instagram, Pinterest) ed ho estrapolato alcuni dati di massima sulla percentuale degli accessi da motori di ricerca sul totale delle visite:

  • Facebook: 7%
  • Twitter: 12%
  • Google Plus: 18%
  • Instagram: 11%
  • Pinterest: 27%

(Fonte dati: Similar Web)

Ho poi analizzato, tra le visite da motori di ricerca per l’Italia, per quali ricerche compaiono per la maggiore i diversi social media, in modo da capire se effettivamente tutti sono legati a parole chiave di brand (nome dell’azienda, di un marchio, di un personaggio famoso), oppure se presentano spunti di diverso tipo.

Il social media che ha presentato i dati più interessanti è stato Pinterest. E sembra essere interessante anche per Rand Fishkin (vedi qui le sue previsioni per il 2015 nel mercato US).

Social per posizionarsi in aree semantiche. Pinterest va implementato nella strategia SEO.

Escludendo le persone che lo cercano su Google per accedervi (quindi “Pinterest”, “Pinterest login”…), notiamo che Pinterest compare nel mercato italiano per ricerche appartenenti ai seguenti settori:

  • bellezza/body art, come ad esempio “tatuaggi”, “nail art”;
  • sposa e matrimoni, come ad esempio “acconciature per la sposa”;
  • cucina, come ad esempio “torte”;
  • craft/diy, come ad esempio “orecchini fai da te”, “magliette diy”.

                PinterestSposa
PinterestTattoo

Fonte dati: SimilarWeb e Semrush

Se quindi avessi un’attività legata a uno di questi settori di interesse, sarebbe utile creare un account su Pinterest, strutturandolo in bacheche che trattano delle principali ricerche legate al settore. Posso individuare queste ultime analizzando sia i dati forniti da Google (Keyword Planner Ads, Google Webmaster Tools…), sia  i temi più cercati in Pinterest (tramite la Guided Search e le ricerche suggerite).

 

Esempio Ricerca Pinterest

L’importante poi sarà ottimizzare al meglio i singoli pin, le bacheche e l’account stesso, in modo da tematizzarli per le parole chiave più strategiche.

A seguire alcuni consigli di base:

  • inserire pin con descrizioni accurate che presentino le parole chiave di interesse;
  • utilizzare i Rich Pin per valorizzare contenuti come ricette e prodotti;
  • dare dei nomi brevi alle bacheche per evitare che vengano troncate (massimo 20 caratteri);
  • inserire nella parte alta le bacheche più strategiche e importanti;
  • incentivare la visibilità all’interno di Pinterest (acquisire like e repin).

E voi che ne pensate? Avete mai considerato i social da questa prospettiva?

 

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