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BeWizard 2014: cosa mi porto a casa

Lo scorso 21-22 marzo ho avuto l’opportunità di rappresentare MOCA al BeWizard, convegno annuale dedicato al web marketing. Il programma di quest’anno, articolato in quattro aree formative, ruotava attorno al concetto di “Real Time” e alla sua applicazione in diversi ambiti di promozione come l’accoglienza turistica e la vendita online.

La caratura degli ospiti, le “storie” raccontate e la bella atmosfera che si è respirata al Palacongressi di Rimini mi hanno davvero lasciato a bocca aperta, e in questo articolo vorrei provare a isolare – tra i tanti temi toccati – le mie quattro personali chiavi di lettura dell’evento.

Mobile

Se è vero che prima dell’estate il traffico da dispositivi mobili supererà quello da desktop (Paolo Zanzottera), bisogna iniziare a considerare il mobile non più solo come un “plus”, ma come un vero asset di comunicazione e vendita.

L’importanza di questo strumento è ancora più rilevante se consideriamo che 1 italiano su 3 tra coloro che possiedono uno smartphone ha già effettuato acquisti da mobile (Daniele Vietri), e che i tassi di crescita del mobile-commerce viaggiano a tripla cifra ormai da molti anni.

Pensare “mobile only” è determinante non solo perché secondo alcuni studi il 50% degli utenti che visita da mobile un sito non ottimizzato (per mobile) non ci tornerà più, ma anche perché il “mobile” è la migliore manifestazione di “real time”.

Contesto

L’importanza di agire e interagire in tempo reale è stata un altro dei concetti cardine dell’evento: l’esperienza di acquisto/vendita dovrà sempre più tenere conto del contesto e del “momento” in cui si trova l’utente, considerando online e offline come due tappe di un customer journey sempre più variegato e cross-piattaforma.

Sempre parlando di “momenti”, secondo David Meerman Scott sarà anche il mobile a guidare la conversione al real time da parte delle aziende, che dovrà per forza passare attraverso:

  • la definizione di un real-time officer, che si occuperà di di Newsjacking (sfruttare notizie, eventi o fenomeni “reali” per adattarli alle proprie campagne di marketing);
  • educare i propri collaboratori a comunicare in real time;
  • implementare sistemi di misurazione e controllo in tempo reale (es. Google Alerts, Tweetdeck, …);
  • acquisire un real-time mindset.

Misurazione

Cogliere le opportunità che la tecnologia mette a disposizione di chi saprà adottare questo nuovo mindset, non potrà prescindere dal “dato” e dalla sua scrupolosa misurazione (“No data, no decision”, J. Cutroni).

La possibilità di accedere a dati comportamentali, predittivi di quello che le persone faranno in futuro, porta a ridefinire il modello dell “5w” di Lasswell con una serie di domande su cui fondare qualsiasi strategia di marketing (Greg Jarboe):

  • chi è il cliente
  • cosa cerca
  • in quale canale
  • da chi lo trova
  • con quale effetto

Per guidare le aziende a creare valore attraverso l’analisi e il controllo del “dato”, sarà importante definire dei paradigmi di misurazione. Avinash Kaushik ha proposto il suo Digital Marketing Measurement Model, basato su cinque step che parte da (1) individuare gli obiettivi, (2) definire i risultati attesi per ciascun obiettivo, (3) identificare i KPI, (4) definire gli audiance e (5) circoscriverli in specifici segmenti di persone/interessi/comportamenti.

Brand

In un sistema “omnicanale” dove piattaforme, dispositivi e tecnologie si intrecciano generando momenti ed esperienze d’uso sempre diverse (Simone Lovati), deve emergere con ancora più forza l’anima dell’azienda, il brand.

Umanizzare e rendere “unico” il brand è la sfida principale che attende imprenditori e (soprattutto) noi operatori di settore: avvicinare le aziende alle persone, e collocarle nel “tempo reale” è un percorso che deve per forza prevedere un cambio di mentalità su due fronti:

  • ripartire dalle persone (e non dalle mere “visite”), fatte di interessi, abitudini, valori e comportamenti, perché in uno scenario dove l’offerta di beni e servizi è ormai sovrabbondante, sono le persone a scegliere i brand, e non il contrario;
  • focalizzarsi sull’esperienza di acquisto, che non deve essere la semplice soddisfazione di un’esigenza, ma deve poter da sola alimentare la domanda, facendo sentire le persone parte di una storia.

 

In due parole: trasformare i clienti in fan.

Se anche voi avete partecipato al BeWizard 2014, cosa vi è piaciuto di più?

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