Ho iniziato a camminare nella prima metà degli anni ’90.
I miei gestivano un supermercato e io vagavo tra le corsie guardando i prodotti degli scaffali più bassi, sognando di arrivare prima o poi ad afferrare quelli nei ripiani più alti.
Così, una buona parte dei miei primi 10 anni di vita li ho passati tra confezioni di merendine Mulino Bianco, bottiglie di Coca-Cola e pacchi di caffè Lavazza, a osservare le persone fare la spesa. Di lì a qualche anno sarei entrato nell’adolescenza. E, a quanto pare, non ne sono più uscito: a oggi, capita ancora che mi chiedano la carta d’identità se nel carrello ho delle birre.
Ma sembro veramente ancora un teenager?! Eppure sono talmente maturo che ho smesso di compilare le liste dei buoni propositi (servono solo a liberare endorfine), se proprio voglio qualcosa scrivo a Babbo Natale.
Il vero colpo di fulmine con il marketing è stato Societing di Giampaolo Fabris. Mi ha dato tanto da pensare rispetto a tutto quello che facevo, mentre lo leggevo, a vent’anni.
Nei weekend mi sveglio alle 5 di mattina per andare a faticare in montagna ma, nella vita reale, sono quel tipo di pigro che se dopo aver parcheggiato mi accorgo che c’è spazio più vicino… sposto la macchina.
Con il tempo ho capito che posso dare ordine e forma al turbinio che ho in testa. Parlo di idee, pensieri e riflessioni… non di capelli. Quelli rimarranno per sempre selvaggi.
Out of office? Sono un millennial, ho visto tramontare la privacy e mi sono adattato: per fare due chiacchiere, parlare di un tuo progetto, dei tuoi nuovi obiettivi, mi trovi sempre al telefono.
Anche se, a dirla tutta, preferirei offrirti un caffè 😉
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