Se c’è qualcosa in cui mi sento brava, è vedere problemi anche quando non ce ne sono (ma a volte è utile).
Sono perennemente combattuta tra la necessità di controllare tutto e la consapevolezza di non poterlo fare. Questo si traduce in un senso di ansia misto a battute sardoniche e rassegnazione, ma stranamente restituisco un’immagine rassicurante alle persone.
Credo fermamente nella lotta per i diritti sociali e civili, e le ingiustizie mi fanno arrabbiare come poche cose. Indosso da qualche anno lenti femministe, che al contrario di quello che si possa immaginare non rendono tutto rosa, ma portano a una presa di coscienza da cui non si torna più indietro.
Mi piace imparare nuove lingue e più di tutto ideare itinerari di viaggio, a volte anche con un anno di anticipo. Anche per questo vengo spesso rimproverata di non vivere nel qui e ora: hanno ragione.
Soffro di mal di Giappone e in generale mi affascinano le culture asiatiche, di cui non so ancora abbastanza.
Ho una leggera ossessione per i fiori, che amo immortalare fino allo sfinimento (non il mio, ma delle persone che sono con me).
Sono una di quelle persone che comprano un sacco di libri che poi non hanno il tempo di leggere, ma per ora ho deciso che non è un problema (lo è, non fatelo).
In ultimo non posso non menzionare la mia passione per la cucina (e il cibo), da due anni convertita a ricette vegane.
Ah, mi diletto anche nella scrittura, ma è davvero faticoso. Invidio chi riesce a trasporre sul foglio il proprio flusso di coscienza senza sforzo apparente.
In MOCA ho trovato un team di persone accoglienti e uniche nel loro genere, che mi stanno insegnando tantissimo ogni giorno. Mi piace la sensazione di poter essere me stessa che questo posto mi trasmette.
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