Vengo dal profondo Lazio, ho studiato a Roma, ma da tanti anni vivo in Veneto.
Prima fra le calli di Venezia, dove torno spesso con piacere, poi fra le mura di Verona, che mi ha adottato a lungo termine.
Nel tempo ho sviluppato abitudini e gusti peculiarmente veneti, come la passione per il saor e il baccalà, il bollito e la pearà. Del centro restano evidenti il mio marcato accento e la mia naturale inclinazione a consumare quintali di carbonara.
Oltre a quella veneta, mi ha influenzato anche la cultura giapponese. Il Giappone è uno dei miei grandi amori: oggetto di studi universitari e meta di soggiorno-studio per alcuni mesi. Nonostante sia arrugginito nel parlarlo, quando vedo un kanji mi emoziono sempre.
Se non guardo uno schermo, leggo: in genere romanzi battezzati dal tempo oppure saggi inconsueti.
La musica mi piace suonata (col mio basso), ascoltata (ovunque) e dal vivo, sia nella folla che in spazi intimi. Prediligo l’elettronica esangue, fragorosa e controllata; il rock psichedelico, fatto di chitarre distorte e sintetizzatori; il cantautorato, fatto di voce e di nulla. E la musica strumentale in genere, per concentrarsi, che talvolta mi accompagna quando smacchino sulle campagne.
Come spazio nella musica, così faccio nello studiare strategie e tattiche per i progetti che seguo: a ciascuno il giusto mix, senza disdegnare soluzioni oblique, non convenzionali.
Sono infatti un marketer atipico: benché abbia studiato lingue orientali, nel tempo ho scoperto, sperimentato e messo in pratica i principi del mestiere attraverso progetti personali come una piccola etichetta di musica elettronica. E, dopo anni in una piccola agenzia, sono infine approdato in MOCA.
Fuori dal lavoro
- Adelphi
- Circolo del Cinema
- Ultimo Uomo
- Warp
- Zelda