Gli Ad blocker, di cui uno dei più noti è AdBlock Plus, sono delle estensioni per i browser (per esempio Internet Explorer, Google Chrome o Mozilla Firefox) che permettono di non visualizzare i messaggi pubblicitari all’interno delle pagine web. Gli Ad blocker possono nascondere elementi come gli annunci prima dei video di YouTube, i pop-up, la pubblicità di Google e, da settembre 2017, anche le campagne di Facebook.
Le persone hanno iniziato ad usare sempre più gli Ad blocker intorno alla metà degli anni duemila e nel 2016 AdBlock Plus ha dichiarato che sono stati superati i 100 milioni di installazioni attive.
Ma perchè gli utenti hanno bisogno degli Ad blocker? La colpa non è della pubblicità, ma dei pubblicitari. E lo dico da pubblicitario.
Per troppo tempo abbiamo agito online come se ci trovassimo ancora negli anni ‘80, quando le reclame si facevano in tv, in radio o con dei manifesti per le strade; tutti canali in cui una profilazione dei destinatari dei nostri annunci era difficile o comunque limitata rispetto ad oggi.
Un altro limite della pubblicità offline è che non può raccogliere il feedback delle persone, le loro sensazioni e le loro emozioni. Una volta stampata e pubblicata una locandina, non si sa da chi viene guardata e non si sanno quali reazioni scatena. Con le campagne online invece, l’ultima parte (le reazioni) è sicuramente più interpretabile perché, soprattutto grazie ai social, si hanno dei canali di comunicazione più diretti con le aziende o con i brand.
La pubblicità online è stata fatta forse troppo ingenuamente, senza rendersi conto delle sue effettive potenzialità, e venendo sparata in faccia a più persone possibili. Così capitava che una sarta ricevesse mail per degli abbonamenti allo stadio, che un adolescente si vedesse aprire pop-up che proponessero l’acquisto di un’automobile oppure che un idraulico cliccasse per sbaglio su di un banner che proponeva una crema antirughe.
Questo ha portato a una sfiducia e a un senso di frustrazione nella maggior parte delle persone, che le ha “costrette” a trovare soluzioni per bloccare tutti questi messaggi per loro per niente interessanti (gli Ad blocker, per l’appunto).
(fonte: PageFair)
Oggi la situazione è diversa. Il livello di maturità e di competenza di chi fa pubblicità online sono aumentati e, di giorno in giorno, i mezzi per intercettare al meglio il nostro pubblico ideale sono sempre più accurati.
Perchè Google ha integrato un Ad blocker all’interno di Chrome?
La notizia che dal 15 febbraio 2018 Google ha inserito nel suo browser Chrome un’estensione di Ad blocking, avrà lasciato incredule alcune persone.
La maggior parte dei guadagni dell’azienda di Mountain View proviene proprio dalla pubblicità, quindi perchè bloccarla?
La scelta in verità è pienamente sensata: l’obiettivo non è quello di escludere tutta la pubblicità, ma solamente quella di bassa qualità (definizione forse fin troppo elegante) e che non rispetta determinati standard dettati da Coalition for Better Ads.
Coalition for Better Ads è un consorzio di monitoraggio della qualità dell’advertising digitale, formato da alcuni tra i più grossi player del settore: da Google a Criteo, da Facebook a Microsoft.
Tra i formati dichiarati fuorilegge ci sono alcuni tra i più fastidiosi e insidiosi da evitare, tra cui i pop-up, i video con audio che parte automaticamente, gli annunci che si possono skippare solamente dopo un conto alla rovescia oppure i banner che occupano la maggior parte dello schermo.
Come fermare il fenomeno AdBlock?
“Ragazzi, sono veramente euforico” (cit. Lo spammer più fastidioso degli ultimi tempi) nel dirvi che oggi l’umanità può iniziare a pensare di fare a meno di queste estensioni.
I metodi che noi pubblicitari possiamo utilizzare oggi per evitare di far comparire banner o annunci a persone non interessate, sono per esempio:
- intervista tra cliente e advertiser, in modo da capire a pieno l’azienda, il prodotto ed i servizi da proporre, per evidenziare gli aspetti più interessanti e non ribadire ciò che potrebbe essere ovvio o scontato
- intervista tra il cliente (che deve fare pubblicità) ed il suo cliente (chi acquista i prodotti), per capire esattamente le esigenze di chi dovrebbe acquistare
- database o elenchi di indirizzi e-mail di clienti già acquisiti o persone con la nostra azienda è già in contatto, a favore di una fidelizzazione da parte di chi già conosce il brand
- segmentazione geografica, per non disperdere energie in località in cui i nostri prodotti non potrebbero essere spediti o i nostri servizi non potrebbero essere forniti
- ricerche dirette nei motori di ricerca, per intercettare la domanda diretta di ciò che offriamo
- fan o followers dei nostri canali social, per “restare sempre in mente” a chi già ci conosce
- segmentazione Google Ads (dalla ricerca di parole chiave molto dettagliate all’utilizzo degli iscritti alla nostra newsletter)
- segmentazione Facebook (dai fan della nostra pagina, alla ricerca per interessi o audiance anagrafici oppure ancora segmentazioni geografiche)
- remarketing sui visitatori del nostro sito, per intercettare chi magari si è già interessato ad un nostro prodotto, ma non l’ha ancora acquistato
Insomma, i mezzi a nostra disposizione per non tediare il pubblico sono davvero tanti.
Cosa dovrebbe tenere a mente chi fa impresa oggi?
- I budget per la pubblicità non sono infiniti e sono da gestire con estrema cura. Lo spreco di risorse è senza dubbio una delle prime cose da evitare. Quindi se siamo per esempio una pizzeria che consegna a domicilio fino ad un raggio di 7 km da Trastevere, avrebbe poco senso far comparire i nostri annunci a chi cerca una pizza a domicilio da Tivoli.
- Prima di investire è giusto capire quali sono gli obiettivi che vogliamo ottenere: far conoscere il brand? Ottenere contatti? Portare persone nel nostro negozio?
- Studiare quale strategia ci permetterà di arrivare nel migliore dei modi al nostro traguardo.
- Non ci interessa quindi “avere visibilità” o “portare traffico al sito”, se poi questa visibilità e questo traffico non sono di persone potenzialmente interessate a quello che noi stiamo offrendo. È estremamente importante farci trovare dai nostri potenziali clienti e, prima di farlo, dobbiamo avere ben in mente chi sono.
Cosa dovrebbe tenere a mente chi naviga Internet oggi?
- Se un’azienda decide di investire in un prodotto, si potrebbe dare per scontato che lo fa perchè ci crede e lo ritiene valido. Quindi perchè snobbare chi decide di spendere del denaro per aiutarti a trovare quello che stai cercando?
- Usando Ad blocker che filtrano la pubblicità, facendoti vedere solamente gli annunci che rispettano gli standard qualitativi (e che quindi non la bloccano tutta a prescindere), potresti renderti la quotidianità più semplice.
- Se non fosse stato per la pubblicità, probabilmente oggi non conosceresti la Nutella, Star Wars oppure l’iPhone. Vorresti davvero non avere questi prodotti nella tua vita?
- Molti dei tuoi siti preferiti ti danno quello che cerchi in modo gratuito e riescono a farlo sostenendosi grazie alla pubblicità al loro interno.
Quindi, se in un’auspicabile breve periodo, in questi siti compariranno solamente pubblicità potenzialmente interessanti per te, ma continuerai ad usare gli Ad blocker, sappi che sarai una brutta persona. Non vorrai mica esserlo, vero? ;)
Perchè il futuro è già (un po’) qui
A settembre 2018 la società proprietaria di AdBlock Plus ha debuttato nel Programmatic Advertising.
Boom, bomba sganciata.
Ti lascio il tempo di rileggere ed assimilare la frase qui sopra.
La mission di Eyeo (l’azienda tedesca proprietaria dell’estensione di Ad blocking) è quella di fare del web un posto migliore e quindi di rendere l’User Experience più controllabile dalle persone e, di conseguenza, più piacevole.
Till Faida (co-fondatore di Adblock Plus) ha dichiarato che al giorno d’oggi oltre il 90% delle persone che utilizzano la loro estensione è abbastanza maturo da comprendere le dinamiche di sostentamento dell’editoria digitale e che non vuole nascondere la pubblicità in toto, ma solamente quella intrusiva e fastidiosa. (fonte: AdExchanger)
Da queste considerazioni Eyeo ha deciso di entrare nel mondo della pubblicità, mostrando quindi solamente annunci di qualità (grazie ad Acceptable Ads) alle persone che utilizzano l’estensione di Ad blocking (oltre 15 milioni attive giornalmente).
Sognando un mondo di utili e belle pubblicità
A volte forse sono fin troppo ottimista e fiducioso nell’umanità, ma tra le speranze che nutro per il futuro c’è anche quella di vedere le persone di nuovo entusiaste nell’advertising e non stanche, frustrate e insoddisfatte da ciò.
Questo potrà avvenire in parte grazie agli Ad blocker intelligenti, come quello di Google Chrome o la strada che ha iniziato a prendere Adblock Plus, che faranno in modo di limitare sempre più la diffusione di annunci fastidiosi; però servirà solo ad accompagnare per mano noi pubblicitari, portandoci verso un’educazione nella promozione che evidentemente è andata persa (o mai acquisita).
Saremo noi addetti del mestiere (o perlomeno chi non lo sta già facendo) ad impegnarci per fare in modo che questo accada, grazie allo studio del mercato, di una strategia e di creatività e messaggi coerenti con quello che vogliamo promuovere.
Quello che dovrai fare tu, sarà solamente disinstallare gli Ad blocker :)
E tu cosa preferiresti? Un mondo con delle pubblicità inutili e fastidiose oppure di pubblicità belle ed utili?
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