Da parecchi mesi ormai gli addetti ai lavori sono in fibrillazione per quella che sembra davvero l’ultima grande novità in ambito social media che il 2011 ci ha regalato. Un successo dimostrato da volumi di traffico impressionanti, come raccontano i numeri di questa indagine.
Ma cos’è? Può essere davvero utile al business di un brand?
Cerchiamo di dare una risposta alle principali domande che, chi ne ha sentito parlare, prima o poi si è fatto, segnalando alcune risorse per iniziare ad usarlo al meglio.
1. Che cos’è?
Pinterest è un social network basato sui propri interessi, che prendono forma di immagini (e, in misura minore, video). E’ possibile caricare una foto presente sul proprio computer, o segnalare l’URL della pagina che la ospita.
La foto caricata finirà nel proprio flusso fotografico, da ordinare attraverso la creazione di board (“lavagne”): contenitori molto simili ad album fotografici, con i quali raccogliere foto correlate ad un determinato topic.
E’ possibile assegnare un “like” ad una foto, repinnarla (“repin”, azione simile al retweet di Twitter), commentarla, incorparla nel proprio sito, seguire altri utenti o specifiche lavagne.
Inoltre, al momento, l’iscrizione è solo su invito: per creare un account occorre richiederne uno e pazientare, oppure essere “invitati” da un profilo già esistente.
2. Cosa può farci un brand?
In primo luogo, compilare in modo ragionato il form di iscrizione, di modo da dare risalto alla propria attività e mettere in pratica qualche piccolo accorgimento SEO, come spiegato in questo articolo.
In secondo luogo, concentrarsi sulle lavagne. Sarà opportuno realizzare delle lavagne dedicate ad un pubblico specifico, di nicchia, che possa effettivamente apprezzare la qualità o la tipologia dei nostri contenuti fotografici, condividendoli e garantendo così una buona dose di viralità per i nostri contenuti.
Ad esempio, in base alla natura della propria attività, si potrebbero dedicare delle lavagne a raccogliere foto di: eventi, cibi, località, linee di prodotti, idee regalo, attività, clienti, strutture o temi particolari, correlati ovviamente al proprio brand. Se avete un ecommerce poi, dei suggerimenti utili su come usare Pinterest li trovate in questo articolo.
Altri esempi di come i brand stanno utilizzando Pinterest, li potete trovare qui e qui. Inoltre, due cose da poter sfruttare a fini di marketing sono: il tag “Price” (esprimibile solo in dollari americani), che associa ad una foto di un prodotto un prezzo, permettendogli di essere ricercato tra i Gifts (regali), ovvero i prodotti segnalati come in vendita; e il bottone “pin-it” da integrare nel proprio sito (qui le istruzioni per farlo), con cui consentire ai visitatori di pinnare le nostro foto nei loro account su Pinterest, come consigliato in questo post.
3. E se volessimo utilizzarlo per fare Link Building?
Beh, non lo possiamo (più) fare. Come spiegato bene in questo articolo, i link provenienti da Pinterest e diretti al proprio sito web contengono da qualche settimana l’attributo “nofollow”, che li rende sostanzialmente inutili ai fini del posizionamento sui motori di ricerca.
Nelle ultime settimane inoltre, è circolata una notizia che ha fatto indispettire non poco i fan del social network. Come raccontato qui, sembra infatti che Pinterest cambi (di nascosto) i codici di tracciamento dei pin correlati a programmi di affiliazione (ad es. banner) mettendoci il proprio. In questo modo, se un utente clicca sul pin in questione ed effettua poi un acquisto, è Pinterest a ricevere i soldi, e non il proprietario del sito in cui il banner è ospitato. In ogni caso, pare che quest’attività sia del tutto legale, e anzi molti dei principali competitor di Pinterest lo fanno già da tempo, alla luce del sole, come spiegato qui.
Altre critiche, come raccontato in questo articolo, sono arrivate quando alcuni utenti che avevano effettuato l’accesso a Pinterest tramite Facebook, si sono visti arrivare una montagna di richieste di connessione con alcuni dei loro contatti. In sostanza pare che Pinterest inviasse ai contatti Facebook di questi utenti delle richieste di connessione fasulle, mai autorizzate.
4. Conclusioni
Pinterest ha consacrato un diverso modo di interagire con le piattaforme “sociali”: gli utenti non vogliono più sforzarsi di produrre contributi ex novo, ma preferiscono limitarsi ad interagire con contenuti già selezionati ed organizzati da altri, strutturati in modo da essere fruiti in maniera rapida e funzionale.
Questa nuova dinamica formatasi nel corso degli anni, è detta social content curation e in questo post se ne racconta l’evoluzione.
Il successo di Pinterest è esploso (come spesso accade) oltreoceano, e nel nostro paese cominciano a giungerne solo ora i primi echi. Riteniamo che investire risorse per aprire e gestire un profilo su Pinterest sia, al momento, un’operazione da realizzare tenendo ben presenti due cose: la prima è che si sta parlando ad un’audience in grandissima parte americana (e anglofona); la seconda è che, secondo le statistiche diffuse finora, ci si rivolge ad un pubblico prettamente femminile.
Intanto, se avete voglia, qui trovate il nostro profilo su Pinterest.
E voi, che ne pensate? Avete già aperto un account su Pinterest o credete sia solo l’ennesima meteora di cui non sentiremo presto più parlare?
La qualità delle immagini mi sembra scaduta rispetto a qualche giorno fa. Prima erano quasi tutte ad risoluzione, adatte come sfondo per il desktop, adesso non se ne trovano più.
Ciao Arianna, tieni presente che sebbene su Pinterest possano essere effettivamente caricate foto in alta risoluzione, spesso non viene mantenuta nella visualizzazione la loro qualità originaria.